martedì 13 settembre 2011
venerdì 9 settembre 2011
# 30
Fiore diafano e nudo
approdato al mio letto
dopo il naufragio dei gigli
e il silenzio dei simboli,
dopo l'amore,
stavi raccolto in te stesso
in un nido, un utero
di sonno che abbraccia il cosmo,
immune al tempo e alla luce.
Io ti guardavo,
recitando il rosario
delle tue vertebre chiare;
ed ho visto, in trasparenza
come in un frutto d'acqua,
i semi assopiti
in ciascuno una storia
ricordi, promesse, sangue,
sorrisi lunghi decenni,
i tuoi figli che non conosco
e alla fine noi.
Non sono la tua radice
nè il ramo che sfiora i cielo,
non sono moglie nè amante
ma una lingua di polline,
canto fecondo
approdato al mio letto
dopo il naufragio dei gigli
e il silenzio dei simboli,
dopo l'amore,
stavi raccolto in te stesso
in un nido, un utero
di sonno che abbraccia il cosmo,
immune al tempo e alla luce.
Io ti guardavo,
recitando il rosario
delle tue vertebre chiare;
ed ho visto, in trasparenza
come in un frutto d'acqua,
i semi assopiti
in ciascuno una storia
ricordi, promesse, sangue,
sorrisi lunghi decenni,
i tuoi figli che non conosco
e alla fine noi.
Non sono la tua radice
nè il ramo che sfiora i cielo,
non sono moglie nè amante
ma una lingua di polline,
canto fecondo
rugiada rossa.
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