mercoledì 1 febbraio 2012

#38

SCHOLIUM IN CANTICUM CANTICORUM, 8.6


Sponsa. Pone me ut signaculum super cor tuum,
ut signaculum super brachium tuum,
quia fortis est ut mors dilectio.

...poichè forte come la morte è l'amore




Non mi chiedere ti prego/ di restituirti il profumo
che mi hai lasciato sulla pelle
quel giorno di nebbia in dicembre
quando per la prima volta/ non mi sono sentita estranea
a questa vita, tra le tue braccia.
 
Non mi chiedere il verde
rubato in chissà quale giardino/ di Afrodite miele d’amore,
il colore dei tuoi occhi,
vento sottobosco e rugiada/ rifugio dall’anima in fiamme
che farebbe cenere del mio nome
se non riparassi nel porto/ di latte della tue braccia.

Non mi chiedere mai, mai
di renderti i baci e le vertebre,
i sogni mescolati come tempera/ nelle notti solcate allacciati
incavo ad incavo, carne a carne,
non mi chiedere la risata di Dioniso
dopo gli orgasmi, gli universi esplosi
dietro alle ciglia, l’orzo, i papaveri,/ l’azzurro che filtra dai rami alti
soffitto della nostra casa,/ soffitto del mondo.

Nemmeno se un oceano senza volto
ci facesse naufragare, disperdendoci/ ai lati opposti del globo, nemmeno
nell’addio, ti prego, rivendica da me la tua bellezza.
Non potrei restituirtela ormai, neppure a costo della vita:
ben più forte
della morte
è l'amore.